Un'estate così by Roisin Meaney

Un'estate così by Roisin Meaney

autore:Roisin Meaney [Meaney, Roisin]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788854170155
pubblicato: 2014-06-30T22:00:00+00:00


«Continuava a parlare di un cambiamento imminente, o roba del genere. Non so che volesse dire».

Denis prese la saliera.

«Ci capisci qualcosa tu?», chiese Moira. «Un cambiamento, o roba del genere. Sai che voleva dire? Pensavo dovesse avere a che fare con la scuola visto che è nel consiglio».

Denis mangiava l’uovo.

«Ah, e pare che le abbiano detto di non parlarne. Non ricordo come l’ha messa, ma m’è parso così». Tagliò la fetta di pane in triangoli. «Non ci ho capito niente».

Denis prese la tazza e bevve il caffè.

«Non sai di che parlasse?»

«No».

Moira addentò il pane. «Chissà che diavolo voleva dire con “cambiamento”. Che razza di cambiamento potrebbe mai avvenire qui?».

Il marito lasciò cadere il cucchiaino e si alzò. «Non ne ho davvero idea. E ora devo andare, ho prenotato una partita di golf per le dieci».

Moira lo guardò sorpresa. «Alle dieci? Non giochi mai così presto».

«Il pomeriggio era tutto preso», rispose lui, mettendo i suoi piatti nella lavastoviglie.

«Con chi giochi?»

«Oh, con qualcuno degli altri membri. Non li conosci».

«Una volta o l’altra devi presentarmeli».

«Sì».

Dopo che se ne fu andato, Moira si versò un’altra tazza di caffè e se la portò in giardino. Quel mattino non era tanto bello, sulla terraferma si addensavano nuvole scure che a quanto pareva si dirigevano verso l’isola. Probabilmente era meglio che Denis avesse anticipato il suo golf.

Aveva pensato che fosse in grado di spiegare cosa intendesse Josephine, ma pareva non ne avesse idea neanche lui. Josephine doveva aver equivocato. Sicuramente aveva capito male.

Terminò il caffè ed entrò per mettere su un bucato.

Durante tutto il pranzo, rimase seduto al bancone di Fitz’s a bere una soda che non voleva. Sperava che si facesse viva, ma non venne. Riuscì a malapena a tenere una conversazione civile con Hugh, tanto era arrabbiato con se stesso.

Era un vero bastardo. Era stato vendicativo e geloso e meritava di stare così male. Aveva cercato di ferirla apposta, di punirla perché non lo amava come avrebbe voluto lui. Aveva permesso alla frustrazione e all’infelicità di prendere il sopravvento. E aveva pronunciato parole crudeli.

Quello che pensi tu non ha importanza. Gesù, le aveva detto proprio così? Se lo sarebbe meritato se non gli avesse più rivolto la parola.

Ma non sarebbe successo perché Nell non era così. L’avrebbe perdonato – si sarebbe scusato e lei avrebbe accettato le sue scuse – e tutto sarebbe ripreso come prima e alla fine forse sarebbe riuscito anche lui a perdonarsi. Ma in quel momento stava da cani. Doveva vederla, ma lei non c’era.

Era una situazione impossibile. Scivolò giù dallo sgabello. «Torno subito», disse a Hugh, che se ne stava in silenzio. Uscì dal pub e salì nel salone, che era vuoto.

Attraversò la stanza e bussò all’altra porta. Sentì dei passi e comparve lei.

«Ah», disse Nell, guardandolo dubbiosa. «Pensavo fosse Maisie Kiely». Indossava una maglietta azzurra, una gonna jeans stinta e le ballerine bianche. Aveva i capelli fermati da un fermaglio rosa scintillante. Ai suoi occhi era di una bellezza indicibile.

«Nell», disse piano. «Mi dispiace molto».

Gli occhi le si riempirono subito di lacrime.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.